Se vuoi cambiare, puoi
Imparare a comunicare meglio con un collega, a non prendere le cose sul personale, a non fare scenate sul lavoro sono tutte competenze trasversali. E come si imparano? Cambiando il proprio comportamento.
Molte persone con cui ho lavorato, negli anni, mi hanno detto: “Io ormai non cambio più, sono fatto così”. Forse vorrebbero “non cambiare”, ma il loro corpo è la prima testimonianza del loro cambiamento continuo.
Tutti cambiamo, che lo vogliamo o no. Quello che propongo è un cambiamento non subìto, ma voluto e guidato, e soprattutto utile a far stare meglio le persone. Non cerco di cambiare le persone, il loro carattere, la loro identità, ma alcuni comportamenti legati al modo in cui si relazionano con gli altri.
Scegli di cambiare, non subire il cambiamento
Il cambiamento è una scelta consapevole e voluta. Va messa in pratica velocemente. Avete presente la dieta e le solite frasi “Inizio dopo Pasqua?”. Ecco, il cambiamento non è per chi procrastina. Scelgo di cambiare e lo faccio oggi, adesso.
In un mese le tue abitudini saranno cambiate
Una volta fatta la scelta, non si deve mollare: la prima settimana è difficile, quando si sceglie di comunicare in modo diverso, di smettere di fare scenate, di smettere di lamentarsi, gli altri subito si stupiscono, si sentono spiazzati. E si chiedono dov’è la fregatura.
Ma già dopo due settimane iniziano a guardarci in modo strano, a pensare che forse siamo cambiati, e la nostra autorevolezza sale, e il benessere sul lavoro aumenta.
Dopo un mese abbiamo acquisito l’abitudine: non abbiamo più bisogno di sforzarci, il comportamento nuovo ci viene naturale, e tutto è più semplice. Gli altri apprezzano il nostro cambiamento e qualcuno addirittura ce lo dice.
Nulla è gratis, tutto richiede impegno. Migliorarsi per stare bene sul lavoro, perché gli altri facciano ciò che chiediamo loro, per sentirci soddisfatti del nostro operato, è un allenamento faticoso ma utilissimo, per noi e per gli altri.


